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Il pensiero comune di Socrate

Cari soci, oggi riprendiamo l'argomento relativo alla parola, analizzandolo dal punto di vista di uno dei piú grandi filosofi dell'antica Grecia: Platone. 

Un discorso molto calzante, in questo contesto storico del covid.

 

L'opinione pubblica

 

Per platone, il "discorso" è qualcosa di più delle semplici parole, affonda le sue radici nell'anima, che è quanto di più vero c'é nell'uomo, ovvero, la verità é un caratteristica imprescindibile della parola ed il linguaggio é specchio dell'anima. Spesso, molti mali derivano dal fatto, che a governare le decisioni umane, siano le opinioni, le passioni e gli interessi personali; non la ragione. Le persone si preoccupano del proprio bene, senza comprendere cosa significhi questa parola ed ognuno ha la sua opinione su cosa sia giusto o ingiusto. In questa confusione, in questa incapacità di discernere tra le opinioni personali (soggettive e mutevoli) e la verità, si ritrova la causa dei mali dell'uomo. Finché esso, non passerà dall'opinione alla sapienza, mediante la conoscenza dell'anina, il discorso non sarà altro che una mera gestione degli interessi personali contraddittori, fino a degenerare nella violenza (non solo quella fisica). Cito pari, pari, dall'opera "Pitagora":

Io credo che sia piú o meno così: nessun saggio ritiene che qualcuno sbagli di sua spontanea volontà e che volentieri compia azioni cattive e malvagie, ma sa bene che tutti quelli che agiscono in modo vergognoso lo fanno involontariamente....

 

Nel ragionare su come dovremmo comportarci e come invece ci comportiamo, comprendiamo anche la necessità di controllare i nostri istinti e migliorare la nostra conoscenza. Significa imparare un atteggiamento di autocritica, prezioso perchè conduce ad un punto di rottura e quindi di rinnovamento, di "rinascita", acquisendo una nuova visione del mondo. Attraverso il dialogo (con noi stessi), interrogandoci continuamente, possiamo portare alla luce dalle profondità dell'anima, la capacità di superare le nostre contraddizioni interiori. Fino ad arrivare al pensiero socratico "so di non sapere", che denota una grande umiltà. Solo chi umilmente riconosce la sua ignoranza può avanzare nella saggezza e nella consapevolezza, perchè é in grado di modificare le proprie convinzioni e rimettersi ogni volta in cammino. So di non sapere, permette di distinguere tra conoscenza autentica ed opinione dominante.

Buona introspezione

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